allarga i tuoi confini, esci dalla zona di comfort

Come uscire dalla zona di comfort e allargare i tuoi confini

Per apprendere, migliorare, e raggiungere degli obiettivi, dobbiamo per forza uscire dalla nostra zona di comfort. Significa imparare a forzare a poco a poco i nostri limiti, mettendoci alla prova in situazioni che non ci fanno sentire a nostro agio.

Siamo naturalmente portati a evitare il disagio. Ci piace fare cose nelle quali ci sentiamo sicuri, padroni della situazioni, senza ansie e senza paure. Ci piace, in altre parole, stare nella nostra zona di comfort.

Non ci sarebbe nulla di male in questo, se non fosse che nella grande maggioranza dei casi, gli obiettivi di crescita che ci poniamo, nella vita lavorativa come in quella personale, sono sempre un po’ più in là: per raggiungerli dobbiamo per forza abbandonare il terreno che ci fa sentire più sicuri.

Uscire dalla zona di comfort

La zona di comfort non è, come si potrebbe pensare dal nome, un luogo fisico. È una condizione mentale. Più precisamente è quella condizione mentale nella quale proviamo un senso di familiarità: ci troviamo a nostro agio, nel pieno controllo della situazione e non sperimentiamo alcuna forma di stress o ansia.

Siamo in questa condizione mentale ogni volta che facciamo cose alle quali siamo abituati: il nostro lavoro di routine, la corsetta al parco al nostro solito ritmo, la spesa al supermercato sotto casa. Finché siamo comodi le nostre prestazioni rimangono piatte, non c’è curva di apprendimento. Facciamo quel che dobbiamo fare, magari lo facciamo anche bene, ma senza alcun miglioramento.

Quando siamo in questa zona di comfort, siamo molto tranquilli e rilassati, ma ci manca quello stimolo necessario a dare il meglio di noi stessi.
Se qualcosa ci pungola – una scadenza sul lavoro, una motivazione molto forte, un esame da superare, una meta da raggiungere, una minaccia da cui difenderci – ci troviamo spinti fuori dalla zona di comfort. Sperimentiamo in una certa misura stress, ansia, incertezza. Siamo particolarmente vigili e attenti. Questa è quella che gli esperti definiscono zona ottimale di apprendimento, quella in cui siamo capaci di imparare cose nuove, di migliorare, di superare i nostri limiti.

Lo stress in questo caso ci aiuta a ottimizzare le prestazioni. È la situazione in cui si trova lo studente preparato prima di un esame, o l’atleta prima di una gara. Lucido, concentrato, teso verso l’obiettivo.
Però se lo stress e il disagio superano il livello ottimale allora la situazione si ribalta: troppa insicurezza, troppa ansia portano a una situazione di panico in cui non si può più funzionare bene. Se l’ansia e la paura prendono il sopravvento, le nostre prestazioni calano. Sperimentiamo confusione, difficoltà di concentrazione, andiamo nel pallone.

comfort zone-learning zone-panic zoneAllargare i confini

Cosa succede quando ci spingiamo fuori dalla zona di comfort e raggiungiamo la zona ottimale di apprendimento?
Le nostre prestazioni migliorano, può esserci un picco nel quale apprendiamo una nuova abilità, superiamo uno scoglio.
Poi ci abituiamo nuovamente. Abbiamo superato un limite. Ci siamo portati al livello successivo che a quel punto diventa parte della nostra zona di comfort.
È come guidare l’auto. Quando sei al volante della tua auto, quella che guidi ogni giorno da anni, ti senti sicuro e a tuo agio. Se cambi auto all’inizio puoi sentirti un po’ a disagio: non conosci bene le misure della macchina nuova, non sai come risponde ai comandi. Dopo un po’ che la guidi però ti diventa familiare e torni comodo e rilassato. La tua zona di comfort si è allargata.

La cosa interessante è proprio questa: che la zona di comfort si può espandere. Quello che oggi ci mette a disagio, ci fa sentire insicuri e sotto stress, domani potrà farci sentire assolutamente tranquilli e padroni della situazione.
Per arrivarci però dobbiamo avere abbandonato la nostra comfort zone e accettare il disagio che questo comporta. Se non passiamo di qui, se cerchiamo di evitare sempre il disagio e l’insicurezza, restiamo inchiodati dove siamo.

allarga i tuoi confini, esci dalla zona di comfort
Evitare la trappola

C’è un aspetto particolarmente insidioso che bisogna tenere bene presente. Certe volte può succedere che nella comfort zone ci stai male, ma ci resti lo stesso perché la paura di affrontare qualcosa di sconosciuto è troppo forte. La routine è rassicurante, facciamo presto a confezionarci un bozzolo in apparenza confortevole ma in fondo soffocante. Allora può capitare di trovarsi bloccati, a metà tra il desiderio di cambiamento e la paura dell’ignoto.
Ciò che non conosciamo potrà farci sentire a disagio, corriamo il rischio di fare molti errori, di trovarci esposti alla vergogna, di cascare dalla padella alla brace. Il vero pericolo però non è l’errore, il fallimento, la figuraccia. È più pericoloso restare bloccati in una situazione che non ci piace, ma che troviamo confortevole solo perché ci è familiare.

Fissa un obiettivo e vai

C’è chi consiglia di fare degli esercizi per uscire dalla zona di comfort. Per esempio dedicarsi ad attività sempre nuove solo per provarle, scombinare le abitudini giornaliere, fare cose inusuali in pubblico, cambiare strada tornando a casa dal lavoro, sperimentare ricette e gusti nuovi. Esercizi utili per evitare di sedersi troppo nelle abituali routine.
Il modo migliore per spingersi verso la zona di apprendimento però è quello di fissare un obiettivo sfidante e significativo. Ci sarà una distanza quindi tra il punto in cui sei ora e quello a cui vuoi arrivare. E ci saranno dei passaggi intermedi, che potranno essere scomodi, disagevoli, difficili. Le scelte non sono tante: rifiutare le difficoltà, tornare nella zona di comfort, e rinunciare all’obiettivo. Oppure abbracciare il disagio e apprezzare il percorso, un passo dopo l’altro.

Marina Innorta

Marina Innorta

Di formazione sociologa, di professione curiosa a 360 gradi. Impiegata per necessità, blogger per passione. Conosco la fatica della routine, ma anche il guizzo della creatività e la gioia della condivisione. Il mio blog si chiama My Way e scrivo di psicologia positiva, meditazione, crescita personale … e altre cose buone per la mente.

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